Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Avviso n.2/2020.
Idea a fondamento della proposta progettuale
Il progetto è studiato per favorire l’inclusione sociale di bambini e ragazzi con gravi disabilità psicofisiche, offrendo anche assistenza ai loro familiari. Vogliamo infatti realizzare, con la collaborazione di strutture sanitarie, enti locali, enti del terzo settore e numerosi volontari, molteplici interventi dedicati alla riabilitazione sensoriale e motorio-sportiva di bambini e ragazzi con gravi disabilità, fornendo anche, attraverso uno sportello di ascolto, sostegno psicologico ed informazioni ai loro familiari.
Tutto il progetto è basato sull’indispensabile opera dei nostri volontari, pertanto, attività propedeutica da realizzare fin dai primi mesi del progetto sarà una campagna di promozione del volontariato giovanile e di orientamento al volontariato: il volontariato permette ai giovani di sviluppare un senso di solidarietà e di dovere civico, coinvolgendoli attivamente nelle dinamiche sociali. In questa fase organizzeremo numerosi eventi e iniziative di promozione del volontariato e dei valori, delle buone cause dell’impegno volontario, della solidarietà e della cittadinanza attiva con la consapevolezza che “volontari non si nasce, ma si diventa” e che ognuno può fare la propria parte per aiutare chi è meno fortunato. Vogliamo anche sensibilizzare i giovani alle problematiche legate alla disabilità, coinvolgendo i ragazzi in esperienze concrete e in servizi attivi e impiegandoli poi anche nel progetto. Sarà anche organizzata una giornata del volontariato, in cui realizzeremo più eventi su tutto il territorio nazionale, la giornata sarà dedicata ad una ampia riflessione dei rappresentanti del volontariato, rappresentanti delle istituzioni e del mondo della cultura sulle tematiche della partecipazione civica e al ruolo di promotore di coesione sociale proprio del nostro ambito di intervento, dal tema della disabilità alla promozione dei diritti delle categorie svantaggiate.
Nelle successive fasi del progetto, i nostri operatori, supportati dalla preziosa collaborazione dei volontari, coinvolgeranno bambini e ragazzi con gravi disabilità in:
- attività sensoriali: rivolte a bambini e ragazzi con le forme più gravi di disabilità, si tratta di attività ideate appositamente per sviluppare nei bambini con le più gravi forme di disabilità psicomotorie la sensibilità verso le diverse forme, colori e sensazioni, utilizzando un approccio mirato a stimolare i cinque sensi in maniera controllata;
- attività di riabilitazione motorio-sportiva: in base alla patologia e alle necessità di ciascuno, ai bambini saranno proposte, anche sotto forma di gioco, esercitazioni che comprendano l’equilibrio statico-dinamico, la coordinazione senso-motoria, il controllo del tono muscolare e l’educazione posturale, mentre per le forme di disabilità meno invalidanti saranno realizzate attività motorie in acqua passando a sport man mano più “impegnativi” che realizzeremo con bambini e ragazzi con disabilità più “lievi” per migliorarne il coordinamento, l’equilibrio, le capacità polmonari.
Parallelamente alle attività di riabilitazione con bambini e ragazzi con gravi disabilità, il progetto prevede una fase di supporto alle famiglie attraverso l’educazione familiare (interventi di potenziamento della funzione educativa genitoriale) ed il parent training (un programma di formazione che offre ai genitori il maggior numero di informazioni e il più comprensibili possibili, che permette alle famiglie di acquisire tecniche di risoluzione di problemi specifici e di sviluppare un'adeguata cultura di base sulla patologia del figlio).
Durante l’intero arco del progetto operatori video filmeranno le attività, intervisteranno destinatari, volontari e familiari, creando un video-documentario del progetto, che sarà diffuso su web e tv, in modo da aprire una finestra sul mondo della disabilità e del volontariato per avere un forte impatto emotivo sullo spettatore per avvicinare tutti (cittadini e istituzioni) al mondo della disabilità e del volontariato.
Descrizione del contesto
Un problema ancora aperto nel nostro Paese è quello dell’inclusione sociale delle persone con disabilità, ci si riferisce ai diritti inalienabili di un numero elevato di persone alle quali occorre assicurare l’assistenza sanitaria e sociale, il diritto a vivere una vita indipendente e, più in generale, di essere inclusi nella società con tutte le opportunità (istruzione, lavoro, partecipazione sociale e politica) di cui godono gli altri cittadini. Secondo Istat sono 3,1 milioni le persone che in Italia hanno gravi forme di disabilità (il 5,2% della popolazione), ed anche se di queste, “solo” 430.000 sono giovani siamo comunque di fronte ad un numero molto elevato, anche perché il vero perno del welfare è la famiglia, sulla quale ricade la responsabilità e il peso dell'assistenza della persona con disabilità. Bambini e ragazzi con gravi disabilità rimangono in carico alla responsabilità delle loro famiglie con sostegni istituzionali limitati, focalizzati quasi esclusivamente su un piccolo supporto economico che non basta ad assicurare loro i servizi di cui necessitano. Tutto ciò fa si che in Italia le persone con gravi forme di disabilità psico-fisica siano marginalizzate. Risulta sempre più urgente quindi agire sulle cause strutturali delle diseguaglianze, creando le condizioni di inclusione sociale per cui bambini e ragazzi diversamente abili abbiano la possibilità di vivere una vita “normale”.
Esigenze e bisogni individuati e rilevati
Occorre mantenere, potenziare e qualificare una rete diffusa di servizi territoriali cui la persona disabile e la sua famiglia possano accedere nei diversi momenti di vita in relazione all’evoluzione delle situazioni di bisogno: a) servizi di tipo domiciliare; b) servizi territoriali; c) servizi diurni; d) servizi residenziali. Nel rispetto e nella valorizzazione delle risorse di ogni realtà territoriale la nostra proposta vuole predisporre un progetto globale nei confronti di bambini e ragazzi con gravi disabilità, da considerare livello essenziale di assistenza, si configura come strumento fondamentale del processo della presa in carico della collettività di quel territorio. In particolare, emerge come sulle famiglie ricada un peso importante nella cura dei figli disabili, e gli interventi istituzionali solitamente non riescono a raggiungere e mantenere i livelli attesi di efficienza e sostenibilità. Il nostro progetto si propone come risposta alla carenza di servizi fondamentali per bambini e ragazzi affetti da gravi disabilità psico-fisiche ed alle loro famiglie: le strutture di accoglienza ed i servizi esistenti non sono infatti in grado di soddisfare la crescente domanda e non sono in grado di garantire lo svolgimento di tutte le attività che dovrebbero entrare a far parte in maniera equilibrata della giornata di una persona diversamente abile.
ATTIVITA' :
Indicare le attività da realizzare per il raggiungimento dei risultati attesi, specificando per ciascuna i contenuti, l’effettivo ambito territoriale, il collegamento con gli obiettivi specifici del progetto. Al fine di compilare il cronoprogramma di progetto è opportuno distinguere con un codice numerico ciascuna attività. In caso di partenariato, descrivere il ruolo di ciascun partner, l’esperienza maturata nel settore di riferimento e la relativa partecipazione alla realizzazione delle azioni programmate.
ATTIVITA’ 1. PIANIFICAZIONE
Durata: 2 MESI
Attività: la prima fase del progetto prevede l’organizzazione di riunioni preliminari di avvio del progetto con individuazione dei ruoli e delle figure professionali sia interne che esterne all’ente, con la conseguente predisposizione dei contratti di collaborazione per i collaboratori esterni e lettere di incarico per il personale interno. Saranno tenute riunioni con il partner di progetto Ass. L’Abbraccio per definire le singole competenze in ciascun contesto territoriale.
Sempre in questa fase, il personale individuato dovrà definire i contatti con gli enti pubblici e gli enti del terzo settore che hanno manifestato l’interesse alla proposta progettuale.
Ambito territoriale: 2 regioni: Lazio (Roma-RM e Latina LT) e Campania (Salerno SA)
ATTIVITA’ 2. PUBBLICIZZAZIONE
Durata: 3 MESI
Attività: L’azione di pubblicizzazione servirà a dare massima visibilità all’iniziativa. Per massimizzarne l’impatto e raggiungere il maggior numero di stakeholders saranno utilizzati i principali canali social adottando un mix bilanciato di strumenti di comunicazione online e offline: sito web, workshop, seminari, convegni, comunicati stampa, prodotti audiovisivi e multimediali, eventi pubblici, contatti e reti esistenti. Saranno quindi realizzati tre differenti tipologie di attività:
- ON LINE: attraverso l’utilizzo della piattaforma internet della FENALC (web tv e web radio) ed i principali social media;
- CARTACEI: saranno prodotti manifesti, brochure e volantini per la distribuzione e la diffusione all’interno dei territori individuati.
- INCONTRI: nei comuni interessati saranno realizzati incontri (seminari e dibattiti) per promuovere le attività progettuali.
Obiettivi della fase promozionale sono: avvicinare nuovi volontari al progetto e nuove famiglie con figli diversamente abili, aumentare la consapevolezza delle organizzazioni pubbliche e private riguardo i temi della disabilità; creare nuove opportunità di estendere il progetto e i suoi risultati o di sviluppare nuovi partenariati per garantire una futura replicabilità delle attività.
Ambito territoriale: 20 regioni: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO, Novara-NO, Alessandria-AL, Asti-AT), Liguria (Genova-GE, Savona-SV), Lombardia (Milano-MI, Bergamo-BG, Como-CO, Monza-MZ, Varese-VR), Veneto (Feltre, Belluno-BL), Trentino Alto Adige (Bolzano-BZ, Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Udine-UD, Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO, Modena-MO, Piacenza-PC, Ferrara-FE), Toscana (Firenze-FI, Arezzo-AR, Lucca-LU), Umbria (Perugia-PG, Terni-TN), Marche (Ancona-AN, Pesaro-PU), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT, Frosinone-FR, Rieti-RI, Viterbo-VT), Abruzzo (Chieti-CH, L’Aquila-AQ, Teramo-TE, Pescara-PE), Molise (Campobasso-CB, Isernia-IS), Campania (Tufino, Saviano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, S.Maria La Carità, Cimitile-NA, Salerno e Battipaglia-SA, Lauro, Solofra-AV,), Puglia (Bari-BA, Lecce, Martano, Gallipoli-LE, Taranto-TA), Calabria (Reggio Calabria-RC, Catanzaro-CZ), Basilicata (Potenza-PZ, Matera-MT), Sicilia (Agrigento-AG, Messina-ME, Caltanisetta, San Cataldo-CL, Siracusa-SR), Sardegna (Nuoro-NR, Sassari-SS)
ATTIVITA’ 3. PROMOZIONE E ORIENTAMENTO DEL VOLONTARIATO GIOVANILE
Durata: 15 MESI
Attività: in questa fase, su tutto il territorio nazionale, saranno realizzate iniziative per l’avvicinamento e l’orientamento dei giovani al volontariato, con attività di informazione sia in occasioni pubbliche, sia individuali per promuovere l’opportunità di fare volontariato nel nostro progetto, con la nostra associazione, oppure anche con altre realtà del Terzo Settore o in alternativa con il Servizio Civile o il volontariato europeo. Saranno occasioni di socializzazione, di scambio di idee e di confronto, in cui interverranno anche persone che hanno già effettuato volontariato per la nostra Associazione raccontando le proprie esperienze. Si realizzeranno mostre, si proietteranno filmati, si narreranno esperienze ed episodi significativi, si realizzeranno sessioni in plenaria e gruppi tematici di discussione e confronto al fine di mostrare agli altri e di condividere i frutti dell’impegno e del lavoro di ciascuno e l’importanza del volontariato sia per gli altri che per chi lo fa.
Per i giovani che si dimostreranno interessati al volontariato saranno poi realizzati percorsi di orientamento al volontariato e alla cittadinanza attiva, anche in collaborazione con enti del Terzo settore ed enti pubblici e privati che hanno manifestato la loro collaborazione al progetto.
In questa fase il partner si occuperà di realizzare eventi di sensibilizzazione nei propri territori di competenza, inoltre coinvolgerà i propri volontari che parteciperanno alle attività di orientamento al volontariato per i giovani che si dimostreranno interessati ad iniziare il nostro percorso di volontariato e solidarietà.
Obiettivi di questa fase sono: rafforzare il volontariato, partendo dall'assunto che soltanto un volontariato competente, formato e consapevole del proprio ruolo, delle proprie possibilità e dei propri limiti, sia davvero capace di interventi efficaci e proficui; promuovere il volontariato e la cultura della solidarietà all’interno del mondo della scuola e dei giovani in generale; sensibilizzare maggiormente i giovani nei confronti delle problematiche sociali che caratterizzano il nostro territorio; offrire agli studenti spunti di riflessione su valori quali la solidarietà, la cittadinanza attiva, l’ambiente, la multiculturalità; stimolare una più ampia partecipazione dei giovani alle attività delle associazioni di volontariato.
Ambito territoriale: 20 regioni: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO, Novara-NO, Alessandria-AL, Asti-AT), Liguria (Genova-GE, Savona-SV), Lombardia (Milano-MI, Bergamo-BG, Como-CO, Monza-MZ, Varese-VR), Veneto (Feltre, Belluno-BL), Trentino Alto Adige (Bolzano-BZ, Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Udine-UD, Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO, Modena-MO, Piacenza-PC, Ferrara-FE), Toscana (Firenze-FI, Arezzo-AR, Lucca-LU), Umbria (Perugia-PG, Terni-TN), Marche (Ancona-AN, Pesaro-PU), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT, Frosinone-FR, Rieti-RI, Viterbo-VT), Abruzzo (Chieti-CH, L’Aquila-AQ, Teramo-TE, Pescara-PE), Molise (Campobasso-CB, Isernia-IS), Campania (Tufino, Saviano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, S.Maria La Carità, Cimitile-NA, Salerno e Battipaglia-SA, Lauro, Solofra-AV,), Puglia (Bari-BA, Lecce, Martano, Gallipoli-LE, Taranto-TA), Calabria (Reggio Calabria-RC, Catanzaro-CZ), Basilicata (Potenza-PZ, Matera-MT), Sicilia (Agrigento-AG, Messina-ME, Caltanisetta, San Cataldo-CL, Siracusa-SR), Sardegna (Nuoro-NR, Sassari-SS)
ATTIVITA’ 4 INDIVIDUAZIONE DEI DESTINATARI
Durata: 4 MESI
Attività: i destinatari previsti del progetto sono almeno 250 bambini, ragazzi e giovani, di età compresa tra i 6 ed i 26 anni con gravi disabilità psichiche e motorie. In questa fase i collaboratori FENALC agiranno in stretto con gli enti pubblici (scuole e comuni) e privati (Enti del Terzo Settore e Cooperative sociali) per individuare e contattare le famiglie dei bambini e ragazzi disabili che saranno informate sulle attività progettuali e sulle possibilità di offrire ai propri figli dei percorsi di riabilitazione ed inclusione sociale completamente gratuiti.
I destinatari saranno contattati anche grazie agli eventi promozionali del progetto, potranno pertanto contattare durante gli eventi il nostro personale, ed i nostri volontari, che forniranno le indicazioni utili sulle attività previste in ciascun ambito territoriale individuato nel progetto.
Sarà molto importante in questa fase il partenariato con l’Ass. L’Abbraccio che da anni lavora con numerose famiglie di bambini e ragazzi disabili, potrà pertanto indirizzarli presso le attività proposte nella presente proposta progettuale.
Ambito territoriale: 20 regioni: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO, Novara-NO, Alessandria-AL, Asti-AT), Liguria (Genova-GE, Savona-SV), Lombardia (Milano-MI, Bergamo-BG, Como-CO, Monza-MZ, Varese-VR), Veneto (Feltre, Belluno-BL), Trentino Alto Adige (Bolzano-BZ, Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Udine-UD, Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO, Modena-MO, Piacenza-PC, Ferrara-FE), Toscana (Firenze-FI, Arezzo-AR, Lucca-LU), Umbria (Perugia-PG, Terni-TN), Marche (Ancona-AN, Pesaro-PU), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT, Frosinone-FR, Rieti-RI, Viterbo-VT), Abruzzo (Chieti-CH, L’Aquila-AQ, Teramo-TE, Pescara-PE), Molise (Campobasso-CB, Isernia-IS), Campania (Tufino, Saviano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, S.Maria La Carità, Cimitile-NA, Salerno e Battipaglia-SA, Lauro, Solofra-AV,), Puglia (Bari-BA, Lecce, Martano, Gallipoli-LE, Taranto-TA), Calabria (Reggio Calabria-RC, Catanzaro-CZ), Basilicata (Potenza-PZ, Matera-MT), Sicilia (Agrigento-AG, Messina-ME, Caltanisetta, San Cataldo-CL, Siracusa-SR), Sardegna (Nuoro-NR, Sassari-SS)
ATTIVITA’ 5. ATTIVITA’ SENSORIALI
Durata: 11 MESI
Attività: In questa fase saranno realizzati con i bambini e ragazzi disabili delle attività sensoriali: laboratori artistici espressivi che permettono di favorire la socializzazione e di stimolare le capacità e le potenzialità individuali di ciascun bambino e ragazzo con gravi disabilità, in base alle proprie capacità ed abilità creative, utilizzando varie tecniche di lavorazione per poter sviluppare la propria creatività e le proprie idee sotto la guida di un adulto. Attraverso le attività laboratoriali artistico-espressive, con l’uso di oggetti e materiali, i bambini sperimentano nuove situazioni sia relazionali che comportamentali a seconda delle loro potenzialità.
Anche questa fase sarà realizzata, negli ambiti territoriali di pertinenza, in collaborazione con il partner Associazione L’Abbraccio che attiverà presso la propria sede interventi laboratoriali che consentono ai bambini con gravi disabilità di migliorare espressioni del proprio sé, aiutarli ad esprimere la propria individualità e svolgere mansioni inerenti le loro abilità esaltandone le capacità.
Obiettivi di questa fase: offrire a bambini e ragazzi con gravi disabilità un luogo che permetta la realizzazione di lavori attraverso attività manuali, espressive e ricreative; favorire la socializzazione e l’integrazione sociale con particolare attenzione allo sviluppo di capacità relazionali e di comunicazione tra i coetanei; sviluppare capacità creative e comunicative; offrire momenti collettivi di gioco e divertimento.
Ambito territoriale: 20 regioni: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO, Novara-NO, Alessandria-AL, Asti-AT), Liguria (Genova-GE, Savona-SV), Lombardia (Milano-MI, Bergamo-BG, Como-CO, Monza-MZ, Varese-VR), Veneto (Feltre, Belluno-BL), Trentino Alto Adige (Bolzano-BZ, Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Udine-UD, Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO, Modena-MO, Piacenza-PC, Ferrara-FE), Toscana (Firenze-FI, Arezzo-AR, Lucca-LU), Umbria (Perugia-PG, Terni-TN), Marche (Ancona-AN, Pesaro-PU), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT, Frosinone-FR, Rieti-RI, Viterbo-VT), Abruzzo (Chieti-CH, L’Aquila-AQ, Teramo-TE, Pescara-PE), Molise (Campobasso-CB, Isernia-IS), Campania (Tufino, Saviano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, S.Maria La Carità, Cimitile-NA, Salerno e Battipaglia-SA, Lauro, Solofra-AV,), Puglia (Bari-BA, Lecce, Martano, Gallipoli-LE, Taranto-TA), Calabria (Reggio Calabria-RC, Catanzaro-CZ), Basilicata (Potenza-PZ, Matera-MT), Sicilia (Agrigento-AG, Messina-ME, Caltanisetta, San Cataldo-CL, Siracusa-SR), Sardegna (Nuoro-NR, Sassari-SS)
ATTIVITA’ 6. ATTIVITA’ DI RIABILITAZIONE
Durata: 11 MESI
Attività: L’esperienza di riabilitazione motorio-sportiva è vissuta da bambini e ragazzi con gravi disabilità come opportunità di partecipazione e di assunzione di responsabilità. Affinché si possa recuperare una dimensione di “educazione alla piena cittadinanza ed alle pari opportunità”, il percorso progettuale prevede l’elaborazione e l’attuazione di interventi di individuazione e recupero degli svantaggi, di coinvolgimento diretto dei ragazzi. Il movimento e il gioco, momenti essenziali dell’attività motoria e dello sport, rispondono ad un bisogno primario della persona e, attraverso una corretta azione interdisciplinare, contribuiscono al suo sviluppo armonico promuovendo inoltre la cultura del rispetto dell’altro, del rispetto delle regole che rappresentano importanti veicoli di inclusione sociale. L’ampliamento delle esperienze motorie favorisce e promuove l’inclusione dei soggetti più in difficoltà. Il laboratorio sarà incentrato su tre nuclei privilegiati di sviluppo: .1.Conoscere meglio se stessi: migliorare progressivamente la conoscenza e la consapevolezza della propria identità corporea e la cura della propria persona (star bene). 2.Comunicare e relazionarsi positivamente con gli altri: essere consapevoli delle opportunità offerte dal gioco e dallo sport per lo sviluppo di abilità prosociali (stare insieme). 3. Migliorare l’equilibrio statico-dinamico, la coordinazione senso-motoria, il controllo del tono muscolare, l’educazione posturale, il coordinamento, l’equilibrio, le capacità polmonari.
Obiettivi di questa fase: migliorare le condizioni psicofisiche di bambini e ragazzi con gravi disabilità. Attraverso l’attività fisica e motoria migliorano movimento, resistenza, velocità e forza, favoriscono la diminuzione della frequenza cardiaca e ottimizzano il ritmo respiratorio, aiutano a sviluppare maggiore equilibrio e a potenziare il tono muscolare.
Ambito territoriale: 20 regioni: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO, Novara-NO, Alessandria-AL, Asti-AT), Liguria (Genova-GE, Savona-SV), Lombardia (Milano-MI, Bergamo-BG, Como-CO, Monza-MZ, Varese-VR), Veneto (Feltre, Belluno-BL), Trentino Alto Adige (Bolzano-BZ, Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Udine-UD, Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO, Modena-MO, Piacenza-PC, Ferrara-FE), Toscana (Firenze-FI, Arezzo-AR, Lucca-LU), Umbria (Perugia-PG, Terni-TN), Marche (Ancona-AN, Pesaro-PU), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT, Frosinone-FR, Rieti-RI, Viterbo-VT), Abruzzo (Chieti-CH, L’Aquila-AQ, Teramo-TE, Pescara-PE), Molise (Campobasso-CB, Isernia-IS), Campania (Tufino, Saviano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, S.Maria La Carità, Cimitile-NA, Salerno e Battipaglia-SA, Lauro, Solofra-AV,), Puglia (Bari-BA, Lecce, Martano, Gallipoli-LE, Taranto-TA), Calabria (Reggio Calabria-RC, Catanzaro-CZ), Basilicata (Potenza-PZ, Matera-MT), Sicilia (Agrigento-AG, Messina-ME, Caltanisetta, San Cataldo-CL, Siracusa-SR), Sardegna (Nuoro-NR, Sassari-SS)
ATTIVITA’ 7. EDUCAZIONE PARENTALE E PARENT TRAINING
Durata: 11 MESI
Attività: organizzeremo degli incontri con i genitori dei bambini e ragazzi con gravi disabilità psico-fisiche. Gli incontri saranno condotti da esperti incaricati dall’Ente: psicologo e formatori della formazione specifica, affiancati dai volontari. Sarà creato uno sportello di ascolto e supporto delle famiglie dei minori disabili: risulta infatti di fondamentale importanza fornire un supporto psicologico alla famiglia che permetta di poter affrontare al meglio i gravosi impegni, che rischiano di ripercuotersi sull’equilibrio psichico di tutto il microsistema. Va sottolineato quanto il clima emotivo familiare abbia un’enorme influenza sui problemi comportamentali ed emozionali. Un adeguato intervento aiuta il soggetto in difficoltà a prevenire manifestazioni disadattive e patologie secondarie come quelle psicosomatiche, disturbi dell’alimentazione, disturbi comportamentali e sempre maggiori difficoltà di inserimento sociale. Con l’acquisizione di abilità utili ad un miglior funzionamento interno le famiglie avranno meno bisogno di ricorrere a sostegni esterni spesso onerosi. Il supporto sarà duplice: educazione familiare (interventi di potenziamento della funzione educativa genitoriale) e parent training (un programma di formazione che offre ai genitori il maggior numero di informazioni e il più comprensibili possibili, che permette alle famiglie di acquisire tecniche di risoluzione di problemi specifici e di sviluppare un'adeguata cultura di base sulla patologia del figlio).
Parte delle attività di educazione parentale e parent training sarà realizzata, nel territorio di competenza, dal personale del partner di progetto (Associazione l’Abraccio), che lavora da anni con bambini e ragazzi disabili e con le loro famiglie.
Obiettivo finale della fase di educazione familiare e del parent training è quello di offrire ai genitori non la soluzione ai problemi quotidiani dovuti alla gestione di un figlio con gravi disabilità, ma una tecnica che li possa aiutare in diversi momenti della crescita dei loro figli.
Ambito territoriale: 20 regioni: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO, Novara-NO, Alessandria-AL, Asti-AT), Liguria (Genova-GE, Savona-SV), Lombardia (Milano-MI, Bergamo-BG, Como-CO, Monza-MZ, Varese-VR), Veneto (Feltre, Belluno-BL), Trentino Alto Adige (Bolzano-BZ, Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Udine-UD, Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO, Modena-MO, Piacenza-PC, Ferrara-FE), Toscana (Firenze-FI, Arezzo-AR, Lucca-LU), Umbria (Perugia-PG, Terni-TN), Marche (Ancona-AN, Pesaro-PU), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT, Frosinone-FR, Rieti-RI, Viterbo-VT), Abruzzo (Chieti-CH, L’Aquila-AQ, Teramo-TE, Pescara-PE), Molise (Campobasso-CB, Isernia-IS), Campania (Tufino, Saviano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, S.Maria La Carità, Cimitile-NA, Salerno e Battipaglia-SA, Lauro, Solofra-AV,), Puglia (Bari-BA, Lecce, Martano, Gallipoli-LE, Taranto-TA), Calabria (Reggio Calabria-RC, Catanzaro-CZ), Basilicata (Potenza-PZ, Matera-MT), Sicilia (Agrigento-AG, Messina-ME, Caltanisetta, San Cataldo-CL, Siracusa-SR), Sardegna (Nuoro-NR, Sassari-SS)
ATTIVITA’ 8. REALIZZAZIONE E MONTAGGIO VIDEO-DOCUMENTARIO
Durata: 15 MESI
Attività: operatori video seguono i protagonisti delle attività in ciascuna fase del progetto, riprendendo (solo in caso di consenso da parte dei genitori) le attività con i ragazzi disabili, intervistando i genitori e i volontari. I filmati saranno successivamente montati i un video-documentario promozionale del progetto che racconterà, in forma ‘docu’, le vicende di bambini e ragazzi protagonisti del progetto che affrontano con impegno la realizzazione di questa grande esperienza, li vedremo giocare ed imparare, ma li conosceremo anche attraverso le loro famiglie, i loro interessi e i loro amici. Vedremo i nostri protagonisti alle prese con una serie di compiti da imparare passo passo. È in questi momenti che dal racconto emergerà la forza di spirito dei protagonisti e l’intensità delle relazioni tra di loro e con i colleghi di lavoro.
Obiettivo del docu-film sarà quello di raggiungere in maniera più diretta e più facilmente la popolazione e sensibilizzarla al mondo della disabilità e del volontariato. Tutti potranno vedere le difficoltà ma anche le gioie quotidiane delle persone disabili e delle loro famiglie e come i volontari siano persone normali che destinano una parte del loro tempo all’aiuto degli altri ricavandone un’erme profitto sotto forma di soddisfazioni e gioia.
Ambito territoriale: 20 regioni: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO, Novara-NO, Alessandria-AL, Asti-AT), Liguria (Genova-GE, Savona-SV), Lombardia (Milano-MI, Bergamo-BG, Como-CO, Monza-MZ, Varese-VR), Veneto (Feltre, Belluno-BL), Trentino Alto Adige (Bolzano-BZ, Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Udine-UD, Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO, Modena-MO, Piacenza-PC, Ferrara-FE), Toscana (Firenze-FI, Arezzo-AR, Lucca-LU), Umbria (Perugia-PG, Terni-TN), Marche (Ancona-AN, Pesaro-PU), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT, Frosinone-FR, Rieti-RI, Viterbo-VT), Abruzzo (Chieti-CH, L’Aquila-AQ, Teramo-TE, Pescara-PE), Molise (Campobasso-CB, Isernia-IS), Campania (Tufino, Saviano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, S.Maria La Carità, Cimitile-NA, Salerno e Battipaglia-SA, Lauro, Solofra-AV,), Puglia (Bari-BA, Lecce, Martano, Gallipoli-LE, Taranto-TA), Calabria (Reggio Calabria-RC, Catanzaro-CZ), Basilicata (Potenza-PZ, Matera-MT), Sicilia (Agrigento-AG, Messina-ME, Caltanisetta, San Cataldo-CL, Siracusa-SR), Sardegna (Nuoro-NR, Sassari-SS)
ATTIVITA’ 9. MONITORIAGGIO
Durata: 15 MESI
Attività: Il monitoraggio è un’attività fondamentale poiché consente di capire, durante lo svolgimento del progetto, il livello di raggiungimento degli obiettivi, il grado di soddisfazione sui servizi e le attività realizzate. L’attività è trasversale a tutto il progetto e coinvolgerà tutti gli attori, in pratica consisterà in una verifica per valutare i miglioramenti ed i benefici psico-fisici delle attività di riabilitazione sia sensoriale che motorio-sportiva. Per verificare il processo di crescita individuale, in tutte le fasi del progetto, utilizziamo diversi strumenti o indicatori di valutazione che vanno dalle schede di valutazione delle attività con i bambini e ragazzi disabili, ai colloqui con i genitori, che spesso sono il metodo più efficace per capire effettivamente il grado di miglioramento sia fisico che psicologico dei bambini e ragazzi con gravi disabilità. Nessuno meglio di un genitore può valutare i cambiamenti anche piccoli nelle capacità fisiche e nella sfera psicologica di una persona disabile.
Obiettivo di questa fase è la costante verifica delle attività progettuali al fine di poter intervenire per tempo se in qualche caso le metodologie applicate abbiano bisogno di correttivi.
Ambito territoriale: l’intera fase di monitoraggio riguarderà le attività che si svolgeranno nelle 20 regioni, ma effettivamente realizzata presso la sede nazionale FENALC a Roma, la sede territoriale FENALC di Latina e la sede del partner Associazione L’Abbraccio a Salerno.
ATTIVITA’ 10. CONCLUSIONE
Durata: 1 MESE
Attività: al termine delle attività progettuali la FENALC organizzerà un convegno conclusivo in cui sarà proiettato il docufilm realizzato, invitando esperti del settore per illustrare i benefici delle attività sensoriali e di riabilitazione motoria su bambini e ragazzi con gravi disabilità fisiche e psichiche. L’evento conclusivo sarà indispensabile per la promozione, la disseminazione e la valorizzazione dei risultati del progetto. All’evento sarà data ampia pubblicità su stampa, riviste e tv, sarà inoltre ripreso in streaming sulla web tv della FENALC.
Al convegno conclusivo ed alla sua organizzazione e realizzazione parteciperà ovviamente anche il partner Ass. L’Abbraccio.
Obiettivi del convegno conclusivo sarà pubblicizzare le attività progettuali e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla carenza di servizi riabilitativi per i disabili e di assistenza per i loro familiari
Ambito territoriale: la località dell’evento conclusivo sarà individuata successivamente
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per lo Sport
Avviso pubblico per la selezione di progetti presentati dagli Enti di Promozione Sportiva anno 2020.
Idea a fondamento della proposta progettuale
Disabilità e sport è una sfida all’emarginazione possibile. L’indagine sull’inclusività dei ragazzi diversamente abili attraverso l’attività sportiva rivela che, seppure con grande fatica, l’impegno della società civile può raggiungere risultati straordinari. Quando si affronta il tema della disabilità ci si imbatte subito nel campo dei diritti negati, troppo spesso, infatti, queste persone con deficit cognitivi o motori si ritrovano escluse da spazi, attività, esperienze, relazioni. Il nostro progetto vuole creare una rete di persone con disabilità, giovani, scuole, organizzazioni e associazioni che operano nel campo della disabilità e dello sport, nella comune ricerca del soddisfacimento di bisogni condivisi, di opportunità di inclusione, attraverso l’implementazione di attività sportive che consentano un arricchimento delle risorse personali e del bagaglio educativo, formativo ed esistenziale alla ricerca di possibilità di integrazione e valorizzazione delle proprie competenze sociali. La FENALC da anni promuove la pratica di diverse discipline sportive a persone diversamente abili insieme a persone normodotate, per questo la nostra proposta progettuale vuole essere una vetrina per promuovere e valorizzare una serie di attività sportive integrate realizzate a livello locale e nazionale e così contribuire ad affermare il valore della diversità umana come ricchezza e non come handicap, per realizzare e promuovere lo sport per persone con disabilità e lo sport inclusivo. Il nostro progetto prevede una prima fase di incontri e seminari sul tema “sport e disabilità” in cui i protagonisti saranno gli stessi atleti diversamente abili. Successivamente, attraverso la collaborazione e partecipazione al progetto delle articolazioni territoriali FENALC, presenti su tutto il territorio italiano, saranno organizzate, su tutto il territorio nazionale, una serie di manifestazioni sportive “integrate”, in cui gareggeranno insieme atleti normodotati e diversamente abili. Le discipline sportive praticate saranno:
CALCETTO E CALCIO INTEGRATO. Tornei di calcetto e calcio con squadre composte per metà da ragazzi normodati e per metà da ragazzi diversamente abili. Il calcetto è lo strumento attraverso cui si realizza una concreta integrazione tra ragazzi che nutrono spesso le stesse passioni ed interessi.
CICLISMO INTEGRATO E PARACICLISMO con la partecipazione di atleti non vedenti, con paralisi cerebrale, amputazioni e altre menomazioni fisiche. Gli atleti gareggiano su biciclette, tricicli, biciclette tandem o Handbike in base alle caratteristiche ed al grado della loro disabilità.
DANZA INTEGRATA. La danza invita i partecipanti a condividere il proprio potenziale creativo e artistico in un contesto professionale che lascia spazio all’espressione personale. Le nostre attività propongono un tipo di approccio alla danza e al movimento che stimoli la curiosità e l’esplorazione con particolare attenzione alla forma, allo spazio e alle relazioni con l’altro, per sottolineare l’aspetto performativo della danza.
BILIARDO INTEGRATO: i tornei di biliardo saranno aperti a ragazzi diversamente abili (in particolare tetraplegici e paraplegici) e non. Essendo il biliardo uno sport che “annulla l'handicap” sarà stimolante sia per i ragazzi normodotati che per quelli con disabilità.
CALCIOBALILLA INTEGRATO. Il calciobalilla è uno sport che da sempre accompagna la tradizione ludica italiana, per cui intendiamo promuovere la pratica del “biliardino” integrato tra ragazzi per offrire un percorso di crescita, consapevolezza ed opportunità di confronto ed integrazione con i coetanei diversamente abili.
TIRO A SEGNO INTEGRATO. L’attività di tiro a segno è rivolta ad atleti con disabilità fisica, con lesioni della spina dorsale, amputazioni, handicap muscolo-scheletrici, malformazioni congenite, lesioni nervose che costringono all’uso di una carrozzina. Nel tiro a segno gareggeranno insieme ragazzi normodotati e diversamente abili, ma anche uomini e donne, essendo uno sport in cui la forza fisica non è la componente più importante per ottenere significative vittorie ma sono altre le capacità che fanno la differenza.
ARTI MARZIALI INTEGRATE. È un’attività che include disabilità come la sindrome di Down, ritardo mentale, ritardo neuro-psico-motorio, ipovedenza, ed in cui viene svolto un lavoro di integrazione basato sul lavoro in sincrono ed a coppie tra diversamente abile e normodotato con il completo coinvolgimento di istruttori sportivi altamente qualificati. Il programma viene ovviamente adattato alle esigenze deli ragazzi (uomini e donne) diversamente abili, ma tuttavia non si discosta sostanzialmente dal programma per normodotati.
VOLLEY/SITTING VOLLEY/BEACH VOLLEY La pallavolo, con tutte le sue varianti per adattarla anche ad atleti diversamente abili, è uno degli sport più praticati nel nostro Paese. Per questo motivo noi della FENALC abbiamo deciso di inserirlo nel nostro progetto, anche perché è considerato uno sport “open”, dato che nella stessa squadra possono trovare spazio soggetti normodotati e soggetti diversamente abili e ha la caratteristica di favorire l'integrazione sociale delle persone con disabilità.
EVENTI DI BOCCE INTEGRATI. Particolare rilievo avranno gli eventi riservati allo sport delle bocce, attraverso i quali la FENALC, aperti anche ad anziani oltre che persone diversamente abili sia uomini che donne. Con le bocce, intendiamo promuovere lo sport come elemento trainante nei processi di integrazione e inclusione, attività che contribuisce in modo efficace a diffondere la cultura del rispetto e della convivenza fra persone provenienti da background diversi.
Il progetto continuerà con l’organizzazione, in ciascun territorio coinvolto, di workshop sul tema “Sport e inclusione sociale” per atleti e istruttori, con incontri rivolti a scuole, operatori di servizi e famiglie, enti locali (sia pubblici che privati) e con l’organizzazione di giornate aperte e manifestazioni promozionali.
Il progetto prevede infine la realizzazione di un evento conclusivo che coinvolgerà l'intera rete della FENALC e delle Associazioni e enti territoriali che collaborano al progetto. L’evento sarà l’occasione per presentare i risulti raggiunti attraverso le testimonianze dei ragazzi partecipanti, sarà ripreso in streaming sia sul canale tematico della FENALC e promosso sui principali canali social e sulla stampa di settore.
Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Avviso n.1/2017. L'idea:In Italia un bambino ogni duemila nasce con gravi malformazioni o patologie cranio-maxillo-facciali quali le sindromi di Crouzon, di Apert, di Pfeiffer, di Jacson-Weiss e molte altre. Sono pochi i centri specializzati nel nostro Paese a cui i genitori possono rivolgersi per questo genere di patologie, uno di questi è il Policlinico Umberto I di Roma – UOC maxillo facciale – Centro di riferimento regionale per le malattia rare cranio facciali che, insieme al Policlinico S.Orsola di Bologna e al Policlinico Martino di Messina, collaboreranno con la FENALC per realizzare un progetto dedicato ai bambini affetti da queste gravi malformazioni. Il progetto consiste in una serie di percorsi di riabilitazione (sia dal punto di vista motorio e fisico che dal punto di vista dell’integrazione sociale con i coetanei) rivolti ai bambini nati con gravi patologie, che sono in cura presso i suindicati ospedali. Pertanto, grazie alle sopra indicate collaborazioni, si realizzeranno in una prima fase dei corsi di formazione tenuti da specialisti esperti dei tre ospedali sopra citati rivolti a 50 istruttori sportivi, per fornire loro gli strumenti adatti per effettuare una giusta terapia riabilitativa in acqua ad almeno 200 bambini affetti dalle sopra menzionate patologie, è indispensabile infatti che a ciascun tipo di patologia sia applicata la giusta pratica riabilitativa. Successivamente, presso i circoli sportivi FENALC presenti nelle 20 regioni italiane, saranno effettuate terapie riabilitative in acqua sui piccoli pazienti. Al fine di raggiungere un maggior numero possibile di partecipanti e coinvolgere tutte le regioni italiane alle attività di riabilitazione, saranno invitati a partecipare anche bambini in cura presso altri ospedali italiani, cui sarà inviato materiale promozionale delle attività, ovviamente saranno gli stessi ospedali ad informare le famiglie sulle attività progettuali. In questa fase sarà indispensabile il supporto del partner di progetto (associazione AIAS di Nola), che da anni realizza attività riabilitative con persone gravemente disabili ed apporterà al progetto tutta la propria competenza in materia, oltre a fornire contatti con gli altri ospedali che potranno aderire alle attività e di conseguenza le famiglie dei bambini.
Sono pochi i centri in Italia che si occupano della riabilitazione dei bambini nati con gravi malformazioni, è importante pertanto sviluppare il progetto in almeno un centro per ciascuna delle 20 regioni al fine di consentire a tutte le famiglie l’accesso alla pratica riabilitativa per i propri bambini. Molte famiglie in Italia, infatti, non possono permettersi di effettuare costantemente lunghe trasferte settimanali per portare il proprio figlio in un centro di riabilitazione specializzato, per questo al progetto sarà data ampia visibilità sia nazionale che a livello locale: è importante raggiungere un cospicuo numero di partecipanti su tutto il territorio nazionale, e a tal proposito sarà fondamentale la collaborazioni con gli enti pubblici per la promozione delle attività nei comuni.
Se la medicina e la chirurgia ci aiutano a formulare una diagnosi certa ed a correggere alcune deformazioni e patologie associate alla sindrome, la riabilitazione con la sua vasta gamma di interventi riesce a recuperare tutte le potenzialità nascoste fisiche, motorie e cognitive che comunque esistono anche nei casi più gravi. Da una terapia riabilitativa ben programmata dai medici e dagli operatori del settore dipende in gran parte la migliore qualità della vita futura dei bambini affetti da gravi malformazioni. È per questo che bisogna intervenire tempestivamente affidandosi a istruttori qualificati che siano in grado di mettere a disposizione tutta la loro professionalità. Coloro che sono affetti da malattie rare, come chiunque altro, possiedono tutte le qualità per avere successo purché venga loro fornita un'opportunità. Conviene ricorrere quanto prima a educatori specializzati e a programmi personalizzati, anche nel caso in cui gli aspetti medici possano sembrare la priorità principale. Il nostro progetto formativo-educativo-riabilitativo è finalizzato a individuare e sviluppare le risorse residue ed incrementare, per quanto possibile, l’autonomia, l’indipendenza e la comunicazione dei bambini nati con gravi deformazioni.
Le esigenze rilevate :
In Italia, e in particolar modo nei territori coinvolti dalle nostre attività progettuali, sono scarse le proposte di attività riabilitative qualificate per i bambini che nascono con gravi malformazioni, di conseguenza le famiglie devono rivolgersi ai pochi centri privati specializzati, che oltre a comportare costi elevati comporta anche il problema di dover affrontare più volte a settimana spostamenti di diverse centinaia di chilometri per poter assicurare una terapia riabilitativa adeguata ai bisogni dei propri bambini. Il risultato di queste carenze a livello regionale è che tanti bambini nati con gravi malformazioni, anche se vengono operati in quei pochi centri specializzati esistenti in Italia, poi non riescono a seguire un’attività di riabilitazione sia pre che post operatoria, che possa da un lato aiutarli a recuperare le proprie capacità motorie, dall’altro accrescere la loro autostima e aiutarli in un percorso di integrazione con i propri coetanei. Per questo motivo la FENALC vuole offrire presso i propri circoli sportivi, almeno uno in ciascuna regione, la possibilità di un percorso riabilitativo in acqua per i bambini nati con gravi malformazioni, che sono in cura presso i centri specializzati degli ospedali Policlinico Umberto I di Roma, Policlinico S. Orsola di Bologna, e Policlinico Martino di Messina (che hanno manifestato la propria adesione alla nostra proposta progettuale). La terapia in acqua, per un bambino nato con gravi malformazioni da patologie rare, serve a recuperare funzionalità e potenzialità fisiche, motorie e cognitive. L’ambiente acqua ha infatti, sul bambino, conseguenze positive sia dal punto di vista personale e sociale, sia nel miglioramento della qualità della vita. Le esigenze dei piccoli pazienti nati con gravi malformazioni non sono solo assistenziali, che hanno come unico effetto quello dell’emarginazione, ma soprattutto di recupero graduale delle proprie abilità, potenzialità e soprattutto dell’autostima che possa portarli a confrontarsi alla pari con i propri coetanei normodotati e che possa aiutarli nella fase di integrazione nella società.
Attività che si svolgeranno:
ATTIVITA’ 1 – Organizzazione delle attività
Avvio delle attività progettuali con costituzione del team di progetto che coordinerà le attività a livello centrale, che si occuperà dell’individuazione del personale specializzato, della redazione dei contratti di collaborazione, e che coinvolgerà i volontari su tutto il territorio nazionale. Le attività saranno realizzate principalmente dalla sede nazionale della Fenalc e dal partner di progetto AIAS Nola.
Ambito territoriale: Roma, Latina (Lazio) e Nola (Campania)
ATTIVITA’ 2 – Promozione del progetto a livello nazionale
In questa fase si provvederà promuovere le attività progettuali grazie alla collaborazione con gli ospedali Policlinico Umberto I di Roma, Policlinico S. Orsola di Bologna, e Policlinico Martino di Messina, su tutto il territorio nazionale. Sarà realizzato un evento nazionale di presentazione e promozione delle attività e parallelamente incontri presso gli ospedali con le famiglie dei bambini in cura che sono nati con gravi malformazioni. Alle famiglie saranno proposte le attività progettuali e pertanto gli sarà data la possibilità di far partecipare i bambini alle attività di terapia presso le piscine individuate nei vari circoli territoriali che parteciperanno.
Ambito territoriale: tutte e 20 le regioni italiane (il dettaglio dei comuni interessati è riportato al punto 5.1)
ATTIVITA’ 3 – Promozione presso le sedi territoriali FENALC e i circoli sportivi
Le attività di promozione, oltre ad essere affidate agli ospedali, saranno realizzate anche dalle 20 sedi regionali FENALC presenti in tutta Italia. Queste promuoveranno le attività progettuali presso i circoli sportivi affiliati alla FENALC su tutto il territorio nazionale al fine di individuare sia i circoli sportivi presso i quali effettuare le attività di riabilitazione in acqua, sia i 50 operatori che saranno destinatari delle attività di formazione. Le attività di promozione a livello locale saranno realizzate anche dai comuni e le istituzioni pubbliche territoriali che hanno manifestato il proprio interesse alle attività progettuali oltre che dal perone di progetto (AIAS di Nola) che ha maturato negli anni notevole esperienza nelle attività con bambini e ragazzi con gravi disabilità.
Ambito territoriale: tutte e 20 le regioni italiane (il dettaglio dei comuni interessati è riportato al punto 5.1)
ATTIVITA’ 4 – Formazione degli operatori sportivi
In questa fase saranno coinvolti 3 specialisti degli ospedali di Bologna, Roma e Messina che hanno manifestato la propria adesione al progetto e che effettueranno la formazione, ognuno per la propria zona di competenza (uno per il nord Italia, uno per il centro ed uno per il sud) agli operatori sportivi sulle tecniche riabilitazione in acqua più appropriate per ciascuna tipologia di malformazione. Sarà, infatti, indispensabile che ciascun operatore sia preparato per proporre la giusta terapia riabilitativa individuale per ciascun bambino, in base alle singole necessità e possibilità. Le attività di formazione saranno realizzate presso i centri specializzati dei sopra indicati opsedali.
Ambito territoriale: 3 comuni: Roma (Lazio), Bologna (Emilia Romagna), Messina (Sicilia)
ATTIVITA’ 5 – Attività di riabilitazione in acqua per i bambini nati con gravi malformazioni
In questa fase saranno realizzati presso i circoli sportivi federati FENALC in tutte e 20 le regioni italiane i corsi di terapia riabilitativa in acqua per i bambini nati con gravi malformazioni. I vantaggi derivanti dall’attività effettuata in acqua dipendono dalla diminuzione della forza di gravità, che rende i movimenti più naturali e meno stressanti per le articolazioni consentendo l'esecuzione di movimenti impensabili a secco. La resistenza offerta dall'acqua è graduale, senza punti morti; ciò consente di mantenere una tensione muscolare uniforme durante i movimenti favorendo il recupero del tono e della flessibilità muscolare. In acqua è possibile effettuare realizzare molteplici esercizi, solo così sarà possibile poter eseguire esercizi che possano essere praticati da bambini affetti da diverse patologie. Durante questa fase delle attività sarà fondamentale il ruolo del partner e dei suoi volontari che hanno maturato notevole esperienza nei progetti e attività di riabilitazione di ragazzi con gravi disabilità. Il partner provvedrà a coadiuvare la FENALC nell’organizzazione delle attività di riabilitazione, ma soprattutto nella fase di monitoraggio e valutazione dei risultati.
Ambito territoriale: tutte e 20 le regioni italiane (il dettaglio dei comuni interessati è riportato al punto 5.1)
ATTIVITA’ 6 – Monitoraggio e valutazione
Su tutte le attività progettuali sarà effettuato un costante processo di monitoraggio e valutazione da parte degli esperti individuati dagli ospedali che collaborano alle attività progettuali. Infatti, sia nella fase di promozione (nazionale e territoriale) sia durante i corsi di formazione per gli operatori, sia durante le attività di riabilitazione in acqua dei bambini nati con gravi malformazioni, sarà necessario che venga effettuata una valutazione dall’esterno per verificarne il successo e la corrispondenza a quelli che sono gli obiettivi del progetto e le esigenze sia dei bambini destinati, sia delle loro famiglie.
Ambito territoriale: tutte e 20 le regioni italiane (il dettaglio dei comuni interessati è riportato al punto 5.1)
ATTIVITA’ 7 – Conclusione
Al termine delle attività sarà realizzato un evento nazionale per illustrare gli obiettivi raggiunti. In presenza di Tv e stampa, saranno i responsabili dei centri ospedalieri aderenti alle attività progettuali a presentare le attività progettuali realizzate e condividere i risultati ottenuti.
L’evento sarà trasmesso anche sulla piattaforma web della FENALC (web tv e web radio).
Ambito territoriale: 1 regione. Il luogo di svolgimento del convegno conclusivo sarà realizzato in corso d’opera del progetto in base a costi e necessità. La diffusione tramite Tv, stampa e altri canali sarà comunque a livello nazionale.
Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Avviso n.1/2018.
Idea a fondamento della proposta progettuale
Partendo dal presupposto che ogni bambino è unico, è necessario che i progetti rivolti a bambini con gravi disabilità realizzino un programma riabilitativo personalizzato, grazie al quale imparino a comunicare e a sfruttare le loro facoltà residue con esercizi di riabilitazione sensoriale, fisioterapia, attività motoria e sportiva che possa migliorare le loro abilità, potenzialità, autostima per facilitarne l’inclusione sociale e non farli sentire esclusi e soli. Nei casi di gravi disabilità, il sostegno del processo di scoperta e potenziamento delle abilità sensoriali, cognitive e motorie residue è fondamentale e deve essere fatto il prima possibile, è infatti nelle prime fasi dello sviluppo che si ottengono le migliori risposte ai trattamenti educativi e riabilitativi che permettono di dare le migliori garanzie di recupero. Il progetto riabilitativo individuale è volto al recupero dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana, all’incremento della partecipazione sociale, deve soddisfare le esigenze della persona con una particolare attenzione alle sue aspettative e alla qualità di vita, per questo la nostra proposta progettuale si propone come strumento per “progettare l’autonomia”, e viene elaborata da un’equipe interdisciplinare che valuterà le diverse esigenze di ciascun bambino con gravi disabilità. Si rivolge a bambini e ragazzi con disturbi della coordinazione motoria, paralisi cerebrali infantili, disabilità intellettiva, disabilità dello sviluppo da deficit sensoriali, visivi, uditivi, disturbi dello spettro autistico, patologie neuromuscolari, muscoloscheletriche conseguenti a encefalopatie o mielopatie acquisite e con disabilità multipla complessa. Il progetto vuole offrire soprattutto un concreto aiuto alle famiglie: sia da un punto di vista economico facendosi carico delle spese di riabilitazione dei figli, sia fornendo supporto psicologico ai genitori, sia creando una rete di volontari e servizi territoriali adeguati ed efficienti che possano fornire quell’aiuto per permettere ai genitori di conciliare la propria vita, anche professionale, con l’esigenza di assistere un bambino con gravi disabilità.
Con la collaborazione di strutture sanitarie, enti locali e associazioni di volontariato affiliate alla FENALC, saranno individuate le famiglie di bambini affetti da gravi disabilità con cui realizzeremo attività di riabilitazione sensoriale-motorio-sportiva. Inizialmente sarà necessario definire le patologie dei partecipanti interloquendo con i genitori e con le figure mediche che seguono il bambino al fine di individuare le sue potenzialità e le sue difficoltà. Per ciascun bambino con gravi disabilità gli operatori della FENALC e del partner L’Abbraccio Onlus (professionisti e volontari) realizzeranno un programma di riabilitazione sensoriale-motorio-sportiva personalizzato in base alla patologia e alle necessità di ciascuno: per i bambini cerebrolesi andranno sollecitate esercitazioni che comprendano l’equilibrio statico-dinamico, la coordinazione senso-motoria, il controllo del tono muscolare e l’educazione posturale, mentre per le forme di disabilità meno invalidanti saranno realizzate attività motorie in acqua passando a sport man mano più “impegnativi” che realizzeremo con bambini e ragazzi con disabilità più “lievi” per migliorarne il coordinamento, l’equilibrio, le capacità polmonari. Le attività di riabilitazione sensoriale-motorio-sportiva proposte sono:
Attività motoria e fisioterapia: rivolta ai bambini con gravissime disabilità (cerebrolesi e bambini con disabilità plurime). L’intervento riabilitativo parte dal trattamento medico di recupero funzionale e mira all’utilizzazione ottimale delle capacità funzionali residue ed alla compensazione delle capacità perdute tenendo conto di tutti gli aspetti della vita e della persona.
Acqualight: anch’essa adatta alle forme di disabilità più gravi, prevede attività di ginnastica dolce in acqua mirata alla mobilizzazione articolare e il benessere psico-fisico attraverso una programmazione di esercizi per lo sviluppo e il mantenimento delle funzioni motorie, la resistenza aerobica e la capacità cardio -polmonare.
Nuoto: è uno degli sport migliori per i bambini con difficoltà nella motricità (paralisi, sclerosi) e per i bambini con sindrome di down e autistici, questo perché il corpo immerso nell’acqua diventa più leggero, quindi i movimenti sono decisamente più semplici rispetto a quando li si pratica fuori dall’acqua.
Ginnastica e sport vari (calcio, pallavolo, etc): sono adatti ai bambini con lievi disabilità motorie (sindrome di Down e lievi forme di autismo), dove l’esercizio fisico contribuisce a mantenere un giusto rapporto tra il peso e la statura, migliorando la coordinazione, i riflessi e la postura e soprattutto relazionandoli con altre persone li aiuta a migliorare i rapporti sociali e la sicurezza in loro stessi.
Parte fondamentale del progetto sarà la sensibilizzazione delle comunità locali (con la collaborazione di Associazioni di volontariato federate FENALC presenti su tutto il territorio nazionale e dei volontari del partner L’Abbraccio Onlus) alle problematiche dei familiari dei bambini affetti da gravi disabilità. I genitori spesso hanno difficoltà a conciliare la propria vita (anche professionale) con la necessità di dover essere vicini ad un bambino con disabilità. Realizzeremo incontri territoriali in cui sarà fondamentale stimolare la collaborazione volontaria di persone appartenenti alle comunità di riferimento, che costituiranno gruppi di volontariato in grado di offrire, anche attraverso semplici gesti di disponibilità, ogni possibile supporto ai genitori di bambini con gravi disabilità (es. fare la spesa, sbrigare le faccende domestiche, accompagnare i bambini ad una visita, o anche accompagnare un altro figlio a scuola o a un’attività sportiva, ecc…). In questa fase del progetto vogliamo realizzare dei tavoli tecnici con gli enti pubblici per attivare dei servizi territoriali adeguati ed efficienti, nonché stimolar le comunità locali alla pratica del volontariato, tanto forte nel nostro Paese e insita in ciascun di noi, ma che talvolta ha bisogno di essere incoraggiata anche informando le comunità su problematiche che appaiono così lontane ma ci sono molto vicine. Lo scorso 5 dicembre è stata la giornata mondiale del volontariato, è dimostrato che il volontariato fa bene al cervello: l’attività cerebrale cambia a seconda che ci comportiamo in modo egoista o generoso. Quando facciamo qualcosa per gli altri, le belle emozioni durano di più, ben oltre il singolo episodio che le ha generate, e questo è un’iniezione di benessere per il cervello.
Attività
Indicare le attività da realizzare per il raggiungimento dei risultati attesi, specificando per ciascuna i contenuti, l’effettivo ambito territoriale, il collegamento con gli obiettivi specifici del progetto. Al fine di compilare il cronoprogramma di progetto è opportuno distinguere con un codice numerico ciascuna attività. In caso di partenariato, descrivere il ruolo di ciascun partner, l’esperienza maturata nel settore di riferimento e la relativa partecipazione alla realizzazione delle azioni programmate.
Programmazione attività e contatti con le associazioni territoriali e le famiglie dei bambini diversamente abili
Nella prima fase saranno realizzate riunioni preliminari per la programmazione delle attività: presso la sede nazionale della FENALC a Roma, presso la sede territoriale di Latina e presso la sede del partner L’Abbraccio Onlus, si riuniranno i vertici delle associazioni (proponente e partner) per programmare le attività progettuali, individuare le figure professionali, definire gli accordi con enti ed associazioni territoriali e predisporre i contratti di collaborazione.
Sempre in questa fase, il personale individuato dovrà avviare i contatti con gli enti pubblici e le associazioni (ADV e APS) territoriali che si occupano di disabilità, dapprima per individuare le famiglie con bambini affetti da gravi disabilità che saranno invitate a partecipare alle attività progettuali, poi per concordare le tipologie di intervento per ciascun bambino.Ambito territoriale: Lazio (Roma e Latina), Campania (Salerno)
Sensibilizzazione e volontariato per il supporto alle famiglie
La famiglia della persona con disabilità è il primo ambito dove generalmente si manifesta la situazione di bisogno, e contemporaneamente è il primo ambito in cui viene (o dovrebbe venire) organizzata una risposta al problema. Di fronte ad una situazione problematica, la famiglia nelle sue varie componenti attiva risorse interne ed esterne che dovrebbero porla in grado di fronteggiare ed eventualmente risolvere il bisogno. Per questo motivo le nostre attività di intervento sociale, psicologico, psicopedagogico e di sostegno sono la costruzione, lo sviluppo, l’aumento ed il mantenimento di tutte le possibili risorse familiari di gestione del problema. Tali risorse per la gestione del problema risiedono primariamente all’interno del nucleo familiare (risorse intrafamiliari) ma anche nel tessuto di relazioni di sostegno e di aiuto che la famiglia sperimenta con parenti, vicini, amici, ecc. (risorse extrafamiliari, di supporto sociale). In questa fase il nostro compito sarà, da un lato, potenziare al massimo la presenza e l’uso attivo di risorse intrafamiliari, dall’altro sensibilizzare le comunità sui problemi, anche economici, che quotidianamente affrontano le famiglie di bambini con gravi disabilità, in modo che il progetto possa promuovere iniziative di volontariato e di mutuo aiuto tra nuclei famigliari appartenenti alla stessa comunità.
In questa fase pertanto, oltre ad inviare i nostri volontari presso le famiglie, realizzeremo una serie di incontri (presso le sedi FENALC presenti in tutta Italia) e di seminari e convegni con lo scopo di sensibilizzare le comunità locali e avvicinarle al mondo del volontario e dell’aiuto agli altri, nonché promuovere tavoli tecnici con gli enti locali per attivare dei servizi territoriali adeguati ed efficienti.
Ambito territoriale: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO), Liguria (Genova-GE), Lombardia (Piazzatorre-BG), Veneto (Verona, Povegliano Veronese, Soave-VR e Vicenza-VI), Trentino Alto Adige (Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO), Toscana (Firenze-FI), Umbria (Perugia-PG), Marche (Fabriano, CivitanovaMarche-AN, Fano-PU, Ascoli Piceno-AP), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT), Abruzzo (L'Aquila-AQ), Molise (Campobasso-CB), Campania (Salerno-SA, Saviano, Ottaviano, Agerola, Casamarciano e Tufino-NA, Lauro e Sperone-AV,Sapri-SA, Puglia (Bari-BA e Maratano-LE), Calabria (Catanzaro-CZ e Reggio Calabria-RC), Basilicata (Potenza-PZ), Sicilia (Palermo-PA e Caltanisetta-CL), Sardegna (Cagliari-CG).
Valutazione delle patologie e definizione di un programma di attività
Volontari ed operatori della FENALC e del partner L’Abbraccio Onlus, in collaborazione con il personale medico, valuteranno quali saranno le attività di riabilitazione più adatte per ciascun bambino e ragazzo che parteciperà alle attività progettuali.
Per i bambini affetti da forme di disabilità più gravi verranno consigliate attività di fisioterapia e acqualight, mentre i bambini e ragazzi con patologie meno invalidanti potranno essere indirizzati verso attività di nuoto, ginnastica e sport di squadra (calcetto, pallavolo, ecc…).
Ambito territoriale: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO), Liguria (Genova-GE), Lombardia (Piazzatorre-BG), Veneto (Verona, Povegliano Veronese, Soave-VR e Vicenza-VI), Trentino Alto Adige (Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO), Toscana (Firenze-FI), Umbria (Perugia-PG), Marche (Fabriano, CivitanovaMarche-AN, Fano-PU, Ascoli Piceno-AP), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT), Abruzzo (L'Aquila-AQ), Molise (Campobasso-CB), Campania (Salerno-SA, Saviano, Ottaviano, Agerola, Casamarciano e Tufino-NA, Lauro e Sperone-AV, Sapri-SA), Puglia (Bari-BA e Maratano-LE), Calabria (Catanzaro-CZ e Reggio Calabria-RC), Basilicata (Potenza-PZ), Sicilia (Palermo-PA e Caltanisetta-CL), Sardegna (Cagliari-CG).
Realizzazione attività di riabilitazione sensoriale-motorio-sportiva per i bambini e ragazzi diversamente abili
In questa fase saranno realizzate attività di riabilitazione sensoriale-motorio-sportiva per bambini e ragazzi con gravi disabilità. Le attività (come già riportato nella fase precedente) saranno personalizzate in base alla patologia e alle necessità di ciascun bambino.
Le principali attività da realizzare con i bambini che parteciperanno al progetto sono le seguenti:
Attività motoria e fisioterapia: adatta ai bambini con gravissime disabilità (cerebrolesi e bambini con disabilità plurime). L’intervento riabilitativo parte dal trattamento medico di recupero funzionale e mira all’utilizzazione ottimale delle capacità funzionali residue ed alla compensazione delle capacità perdute tenendo conto di tutti gli aspetti della vita e della persona.
Attività di acqualight: anch’essa adatta alle forme di disabilità più gravi, prevede attività di ginnastica dolce in acqua mirata alla mobilizzazione articolare e il benessere psico-fisico attraverso una programmazione di esercizi per lo sviluppo e il mantenimento delle funzioni motorie, la resistenza aerobica e la capacità cardio -polmonare.
Nuoto: è uno degli sport migliori per i bambini con difficoltà nella motricità (sclerosi) e per i bambini con sindrome di down e bambini autistici.
Ginnastica e sport di squadra (calcio, pallavolo, etc): sono adatti ai bambini con lievi disabilità motorie (es. sindrome di Down) e bambini autistici, dove l’esercizio fisico contribuisce a mantenere un giusto rapporto tra il peso e la statura, migliorando la coordinazione, i riflessi e la postura e soprattutto relazionandoli con altre persone li aiuta a migliorare i rapporti sociali e la sicurezza in loro stessi.
Ambito territoriale: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO), Liguria (Genova-GE), Lombardia (Piazzatorre-BG), Veneto (Verona, Povegliano Veronese, Soave-VR e Vicenza-VI), Trentino Alto Adige (Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO), Toscana (Firenze-FI), Umbria (Perugia-PG), Marche (Fabriano, CivitanovaMarche-AN, Fano-PU, Ascoli Piceno-AP), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT), Abruzzo (L'Aquila-AQ), Molise (Campobasso-CB), Campania (Salerno-SA, Saviano, Ottaviano, Agerola, Casamarciano e Tufino-NA, Lauro e Sperone-AV, Sapri-SA), Puglia (Bari-BA e Maratano-LE), Calabria (Catanzaro-CZ e Reggio Calabria-RC), Basilicata (Potenza-PZ), Sicilia (Palermo-PA e Caltanisetta-CL), Sardegna (Cagliari-CG).
Monitoraggio e valutazione in itinere
Periodicamente sarà effettuata una verifica per valutare i miglioramenti ed i benefici psico-fisici delle attività di riabilitazione sensoriale-motorio-sportiva. Per verificare il processo di crescita individuale, in tutte le fasi del progetto, utilizziamo diversi strumenti o indicatori di valutazione che vanno dalle schede di valutazione delle attività con i bambini e ragazzi disabili, ai colloqui con i genitori, che spesso sono il metodo più efficace per capire effettivamente il grado di miglioramento sia fisico che psicologico dei bambini e ragazzi con gravi disabilità. Nessuno meglio di un genitore può valutare i cambiamenti anche piccoli nelle capacità fisiche e nella sfera psicologica di una persona disabile.
Il monitoraggio sarà esteso anche alla fase di sensibilizzazione dei volontari, in questo caso saranno coinvolte le Associazioni di volontariato territoriali.
Ambito territoriale: Valle d’Aosta (Aosta-AO), Piemonte (Torino-TO), Liguria (Genova-GE), Lombardia (Piazzatorre-BG), Veneto (Verona, Povegliano Veronese, Soave-VR e Vicenza-VI), Trentino Alto Adige (Trento-TN), Friuli Venezia Giulia (Trieste-TS), Emilia Romagna (Bologna-BO), Toscana (Firenze-FI), Umbria (Perugia-PG), Marche (Fabriano, CivitanovaMarche-AN, Fano-PU, Ascoli Piceno-AP), Lazio (Roma-RM, Latina e Sabaudia-LT), Abruzzo (L'Aquila-AQ), Molise (Campobasso-CB), Campania (Salerno-SA, Saviano, Ottaviano, Agerola, Casamarciano e Tufino-NA, Lauro e Sperone-AV, Sapri-SA), Puglia (Bari-BA e Maratano-LE), Calabria (Catanzaro-CZ e Reggio Calabria-RC), Basilicata (Potenza-PZ), Sicilia (Palermo-PA e Caltanisetta-CL), Sardegna (Cagliari-CG).
Conclusione e pubblicizzazione
In questa fase verranno redatti tutti i report di fine progetto: quello delle attività e quello amministrativo. Verranno raccolti e analizzati tutti i report e le testimonianze dei genitori dei bambini disabili, nonché i numeri del progetto (numero dei partecipanti diretti e indiretti, qualità della partecipazione, risultati ottenuti).
La chiusura del progetto sarà pubblicizzata attraverso un evento conclusivo che coinvolgerà l'intera rete della FENALC, dell’Associazione l’Abbraccio Onlus oltre alle varie Associazioni e enti territoriali. Nell’evento conclusivo saranno presentati i risulti raggiunti e riportate le testimonianze dei partecipanti. L'evento sarà ripreso in streaming sia sul canale tematico della FENALC sia sul periodico TEMPO LIBERO.
Ambito territoriale: la località in cui sarà realizzato il convegno conclusivo è ancora da definire
L'idea: Lo sport per disabili è uno degli strumenti migliori per la riabilitazione e l’inclusione sociale, esso oltre a migliorare laqualità della vita aiuta a ritrovare autostima, vivere emozioni con amici, sentirti realizzato ed apprezzato. Come ciinsegnano le recenti Paralimpiadi di Rio, sempre più persone con disabilità escono dai concetti di “ vergogna” e“assistenzialismo” e attraverso lo sport si affermano come persone normali e che con determinazione combattono per i propri diritti.La FENALC da anni collabora con il Comitato Italiano Paralimpico per promuovere l’attività sportivatra persone diversamente abili, ed in quest’ottica intende proporre un progetto per incentivare l’avvicinamento deiragazzi diversamente abili a discipline sportive in acqua a cui viene generalmente riconosciuto un importante ruolo disupporto nel recupero di alcune abilità motorie in varie tipologie di disabilità, nel recupero e condizionamentodell'apparato locomotore e cardiovascolare, per il completamento e supporto a fini espressamente terapeutici. Laproposta progettuale vuole pertanto essere un’esperienza sportiva ma anche e soprattutto educativa, formativa eaggregativa per i ragazzi che vivono in una situazione di disagio sia fisico che psichico, al fine di favorire la lorocrescita psico-sociale e la loro integrazione nel tessuto e contesto culturale. In particolare, attraverso lacollaborazione e partecipazione al progetto delle proprie articolazioni territoriali presenti su tutto il territorio italiano,saranno realizzate le seguenti attività:
ATTIVITA’ DI ACQUALIGHT (realizzate nelle piscine) rivolta a ragazzi affetti da patologie psicofisiche più gravi , eprevede attività di ginnastica dolce in acqua mirata alla mobilizzazione articolare e il benessere psico-fisicoattraverso una programmazione di esercizi per lo sviluppo e il mantenimento delle funzioni motorie, la resistenzaaerobica e la capacità cardio-polmonare.
ATTIVITA’ DI NUOTO (realizzate nelle piscine) rivolte a gruppi di utenti formati in maniera omogenea per patologia eabilità natatorie.
ATTIVITA’ DI CANOA (attività realizzate a lago e a mare) la canoa è uno degli sport più completi e utili per ilmiglioramento sia delle capacità motorie che di quelle respiratorie e polmonari. Le lezioni di canoa possono essererealizzate sia presso le nostre strutture su lago (livello di difficoltà più bassa), che presso strutture in mare (per unlivello di difficoltà più alto).
ATTIVITA’ DI CANOTTAGGIO (attività realizzate a lago e in mare) il canottaggio per disabili e prevede squadre mistedi uomini e donne per tutte le sue categorie, stabilite secondo criteri di mobilità di diverse parti del corpo (tronco,braccia e gambe). E’ una delle più inclusive discipline paralimpiche, poiché permette di costituire squadre composteda atleti con disabilità di diverse tipologie.
ATTIVITA’ DI DRAGON BOAT Il dragon boat è una disciplina sportiva diffusa in tutto il mondo che prevede gare suimbarcazioni standard lunghe 12 metri e 66 centimetri e larghe un metro e 6 centimetri, con la testa e la coda didrago. Essa è particolarmente adatta per i ragazzi diversamente abili ed è considerata l’imbarcazione ideale perquesto tipo di attività: è una barca è sufficientemente stabile e sicura, la tecnica di voga è semplice e di facileapprendimento.
ATTIVITA’ IN BARCA A VELA con la velaterapia, i ragazzi sono stimolati ad entrare maggiormente in relazione con l’ambiente che li circonda. L’incontro e la condivisione con il resto dell’equipaggio diventa occasione non di scontro fradiverse posizioni, ma di confronto, crescita ed arricchimento. I programmi didattici e le uscite in barca sonostrutturate tenendo conto delle esigenze di persone con diverse tipologie di disabilità.
Le condizioni ambientali giocano un ruolo importante e sono un corollario indispensabile per la nostra attività. Così lanavigazione da attività sportiva diventa anche terapia, che stimola le capacità cognitive e relazionali, invita allarisoluzione veloce di problemi, e quindi ad affrontare la vita quotidiana sulla terra ferma , attraverso laresponsabilizzazione e rendendo i partecipanti consapevoli delle proprie risorse e dei propri limiti. Agli equipaggiprenderanno parte persone diversamente abili di ogni età, fino ai cinquant'anni, sarà bellissimo vederli lavorare tuttiinsieme.
il progetto prevede la realizzazione di un evento conclusivo in cui alla presenza dei mass media saranno presentatele attività realizzate ed i risultati conseguiti, mostrate voto e video delle attività, ed inoltre sarà l’occasione per ipartecipanti di raccontare la loro esperienza e descrivere le proprie emozioni. Le attività del convegno sarannoriportate in streaming sulla web radio e sulla web Tv della piattaforma FENALC per raggiungere la più amplia plateapossibile, sarà dato risalto all’evento anche sulla rivista TEMPO LIBERO.
Le esigenze rilevate
Le attività motorie e sportive hanno un ruolo sicuramente importante nell’intervento socio/educativo rivolto a soggettiportatori di disabilità, gli stessi, infatti, possono, in quest’ambito, trovare elementi di successo e valorizzazionepersonale che difficilmente altrove sarebbero raggiungibili , soprattutto nell’età giovanile. In particolare, per le attività inbarca, sei tu e il vento, tu e il cielo, tu e il sole. Sei tu che decidi la rotta, l’andatura in navigazione, che fai gonfiarele vele al vento o manovri il timone per cambiare mure, tu e il tuo equipaggio. A bordo si sperimenta lo spirito digruppo, si acquisisce un ruolo e quindi la coscienza di essere necessari, ci si deve relazionare, senza scappatoie,con caratteri diversi e così si impara a considerare e rispettare le ragioni degli altri. Ci si confronta con le ansie e lepaure che ognuno si porta dentro e che, in queste persone, sono spesso ingigantite dalla malattia; durante lanavigazione sono coinvolti il corpo e tutte le facoltà intellettive: un’esperienza unica e altamente stimolantespecialmente per chi è costretto a vivere in istituti, dove l’attività fisica e sociale spesso è molto limitata. Il progettosi propone di ribaltare la concezione dell'handicap attraverso attività mirate che hanno come lo sviluppo il piùpossibile completo dell'intelligenza, della comunicazione, della capacità di vivere e di lavorare dei disabili e dellaconsapevolezza che tale capacità è acquisita solo stando all'interno della vita sociale. Partendo dunque dalle suecapacità e dalle sue potenzialità, spesso insospettabili, senza un'attenta verifica con stimoli adeguati, attraversoattività come l'acquaticità si può raggiungere il più alto livello di autonomia possibile per ciascuno, favorendocontemporaneamente quel processo, tanto importante per un disabile, che è l'integrazione nel contesto sociale. Laproposta progettuale pertanto vuole aiutare i disabili non solo al miglioramento della loro condizione fisica, ma anchee soprattutto nelle diverse implicazioni relazionali e sociali relative alla disabilità tenendo presente innanzitutto chese è vero che i ragazzi disabili hanno, a causa della menomazione, notevoli difficoltà a sviluppare degli armoniosi edintegrati rapporti con gli altri esseri umani, è pur vero che anche molta gente ha considerevoli difficoltà a stabiliredegli armoniosi ed idonei rapporti con gli individui disabili e che questo ultimo fattore è, in parte, certamente unfattore che accresce in modo decisivo le stesse difficoltà psichiche ed interpersonali del disabile .
Gli obiettivi perseguiti
Gli obiettivi principali, perseguibili attraverso l’attività progettuale, riguardano principalmente l’accrescimento dellepotenzialità individuali, come lo sviluppo delle capacità innate e l’acquisizione di nuove e diverse abilità, e l’integrazione in un contesto di vita ricco di relazioni significative. L’obiettivo principale è, in sostanza, quello direstituire dignità alla persona diversamente abile che si sente emarginata, di migliorarne l’autostima, attraverso laconsapevolezza di poter essere, in determinate situazioni e rispettando i propri limiti personali, autonomi e in gradodi prendere decisioni.
In definitiva i singoli obiettivi delle attività si possono così riassumere:
-migliorare le proprie condizioni fisiche, intellettive e sensoriali;
-migliorare i livelli di autonomia personale attraverso la stimolazione e il consolidamento di apprendimenti di pratichespendibili anche nei contesti di vita quotidiana;
-dare la possibilità a ragazzi diversamente abili di compiere nuove esperienze attraverso le quali sia possibileconfrontarsi e crescere insieme;
-permettere ai ragazzi diversamente abili il raggiungimento di risultati, che ricompensano di tutta la fatica fisica epsichica e di tutte le difficoltà affrontate;
-maggiore riduzione dell’isolamento con costruzione di riferimenti e obiettivi meglio definiti;
-cambiamenti nel proprio “Sé” attraverso una maggior autostima e migliore capacità assertiva;
-migliore conoscenza del territorio, del contesto nautico e del suo funzionamento;
-maggiore capacità di gestione delle emozioni;
-maggiore capacità di riconoscere i propri confini e le regole del gruppo;
-migliore apertura, socialità e accettazione dell’altro;
-maggiore consapevolezza di riuscire a produrre cambiamenti sociali e influire sull’ambiente con il proprio supporto;
-miglioramento dei processi comunicativi e cognitivi (attenzione, concentrazione, memoria, linguaggio);
-raggiungimento di un sufficiente grado di autonomia di pensiero e azione .
Le metodologie di intervento previste
Tra gli interventi riabilitativi innovativi che nei recenti anni sono stati formulati per stimolare ed esaltare le doti deisingoli nell'ambito del disagio fisico, psichico e sociale la pratica delle attività in acqua, in canoa e in barca a velahanno dimostrato, per l'entusiastica risposta di chi ha potuto sperimentarla, di essere metodologie valide,promuovendo un incremento della qualità della vita dei soggetti coinvolti. Non è nuova l'intuizione dell'importanza diun forte coinvolgimento della persona disabile o socialmente svantaggiata in una stimolante attività di gruppo. Unsoggetto con handicap che arrivi per la prima volta in piscina si trova in una condizione di grande insicurezza poiché,il più delle volte, non conosce l'ambiente e le persone che gli stanno intorno, dunque non sa cosa gli può capitare.
Metterà in atto così diversi meccanismi di difesa che sortiranno un rifiuto delle proposte che gli saranno rivolte. E'importante per l'operatore comprendere i messaggi che gli vengono trasmessi e sapere poi scegliere uncomportamento adeguato. L'esperienza che un ragazzo diversamente abile vive è sì positiva sul fronte delraggiungimento di determinate capacità ma, al tempo stesso, significativa per quel che riguarda la socializzazione.
E questo può valere per qualsiasi forma di disabilità. Il rispetto dei tempi del soggetto è un fattore fondamentale, nonbisogna scoraggiarsi, perché i tempi possono essere anche molto lunghi, ma la fiducia è un aggancio senza il qualenon si può sperare di ottenere qualche risultato significativo.La metodologia utilizzata, di natura socio–psico–educativa, è improntata sul lavoro di gruppo.
I risultati attesi
I principali risultati attesi dal progetto sono: incrementare le autonomie individuali e la qualità di vita delle personecon disabilità intellettiva, offrire agli adolescenti a sviluppo tipico un’occasione per riflettere sui propri atteggiamentinei confronti della disabilità e offrire alle famiglie dei ragazzi e dei giovani adulti con disabilità un’occasione dialleggerimento dalla proprio condizione. I partecipanti con disabilità avranno la possibilità di miglioraresignificativamente le proprie abilità di vita, la loro autodeterminazione e dunque la loro qualità di vita, inoltre, anche icosiddetti normodotati cambiano in maniera significativa le proprie idee sulla disabilità e sul diverso, la vela e lanavigazione siano particolarmente indicate perché costringono ad una convivenza in spazi ristretti. La barca e lacanoa in particolare, permetteranno ai giovani con disabilità di esercitarsi sulle autonomie necessarie per la vitaindipendente mettendole al servizio della comunità e ai “normodotati” la possibilità di conoscere coetanei condifficoltà. Per tutti un’occasione per imparare l’arte del rispetto e della convivenza apprezzando i talenti degli altri escoprendo le proprie barriere da superare correggere.
Trasferibilità dell'iniziativa o del progetto e dei suoi risultati
La caratteristica innovativa del progetto riguarda soprattutto il diverso ambiente in cui saranno chiamati ad operare iragazzi diversamente abili e la distribuzione di compiti e ruoli per lo sviluppo motivazionale, oltre che la capacitàcritica e il senso di responsabilità. Pertanto, la FENALC potrà sperimentare l’efficacia del proprio interventoattraverso l’impegno e i risultati raggiunti, che saranno poi facilmente trasferibili in qualsiasi contesto territoriale.
Infatti, il nostro modello proposto, innovativo, testato e validato a livello nazionale, ma allo stesso tempo applicabileattraverso l’adeguamento funzionale al contesto specifico di attuazione, risulta essere, per sua stessa natura,facilmente trasferibile e riproducibile. Si tratta di un intervento integrato e sistemico perché favorisce scambi continuidi esperienze tra i diversi laboratori e tra tutti gli attori locali. E' pensato, organizzato e realizzato attraverso lapartecipazione sul territorio della maggior parte degli stakeholders interessati alla tematica (FENALC, associazionilocali e, soprattutto, i disabili stessi). Uno dei principali punti di riferimento nell’elaborazione del modello operativo è,infatti, il territorio, inteso sia come oggetto specifico dell’intervento sia come interlocutore e risorsa per lo sviluppoprogettuale.