Roma 27 Settembre 2016 – Il Presidente Internazionale di Special Olympics, Tim Shriver, e Loretta Claiborne, atleta americana, icona ed ambasciatrice del movimento,è stato a Roma .
Tim Shriver, figlio di Eunice Kennedy Shriver fondatrice, nel 1968, del movimento Special Olympics che oggi conta circa 5 milioni di atleti, con e senza disabilità intellettiva, presenti in 169 paesi nel mondo, nonché nipote di John Fitzgeral Kennedy e Bob Kennedy, sarà impegnato in una serie di iniziative che rappresentano un'opportunità importante di conoscenza e sensibilizzazione, per il nostro paese, sul tema dell'inclusione delle persone con disabilità intellettiva.
Le dichiarazioni di Tim Shriver: “Lo sport ha il potere di fare la differenza e le sole persone che possono accogliere, su un campo di gioco, altre persone con disabilità intellettive, sono i giovani”, a margine dello Eunice Kennedy Day di sabato scorso, giorno dedicato alla memoria del movimento Special Olympics, aprono ad una riflessione sul tema dell'educazione all'inclusione; una cultura, quella del rispetto che passa proprio attraverso i giovani, protagonisti di un futuro che non guardi alle differenze ma alle persone. Un tema che lo stesso Presidente Internazionale di Special Olympics avrà l'opportunità di approfondire in occasione degli incontri previsti con gli studenti universitari di diversi Atenei di Roma.
In occasione della sua presenza a Roma, Tim Shriver ha promosso l’edizione italiana del suo libro “Fully Alive”, edito con grande successo negli Usa circa un anno fa e adesso pubblicato in Italia con il titolo “Pienamente vivi”, da Itaca, società editrice e di promozione culturale, da domani distribuito nelle librerie italiane.
Tim Shriver e Loretta Claiborne sono intervenuti in Vaticano, alla seconda conferenza mondiale su fede e sport, “Sport at the Service of Humanity” che ha visto, tra gli altri, la presenza di Papa Francesco, del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon e del Presidente del CIO, Thomas Bach.
Special Olympics
”Si pensava che non potessero seguire le regole, che non potessero comprendere il significato di una gara e che fossero troppo scoordinati per poter gareggiare con successo; ma oggi sappiamo che non è così”. Queste sono solo alcune delle dichiarazioni di Eunice Kennedy Shriver; un impegno per le persone con disabilità intellettiva diventato una ragione di vita. Rosemary, la sorella più piccola, è stata per lei una vera fonte di energia; la sua disabilità intellettiva venne tenuta segreta, fino a quando la stessa Eunice ruppe il silenzio e decise di renderla pubblica. La rabbia e la grande preoccupazione che nutriva nei confronti dei pregiudizi culturali di cui Rosemary era vittima fecero nascere in lei una passione rivoluzionaria che si trasformò in un appello alla mobilitazione. Contattò tutti gli esperti nel campo delle disabilità intellettive, visitò gli istituti dove le persone vivevano, come prigionieri, in condizioni igienico sanitarie precarie; bambini che non interessavano a nessuno, fonte di imbarazzo, dimenticati e tenuti a distanza. Eunice Kennedy Shriver cominciò con l'organizzare attività sportive per persone con disabilità intellettive, nel 1962, nel giardino di casa sua. I partecipanti provenivano proprio da questi istituti e prima d'allora non erano mai stati in una piscina così come non avevano mai visto un prato, un giardino. Quel “benvenuto” a casa Shriver era un invito ad unirsi al resto del mondo; il modo per farlo era il gioco, attraverso il quale, poter apprendere le regole della vita.
Il figlio di Eunice, Tim Shriver, oggi Presidente di Special Olympics, ha raccolto la grandissima eredità della madre: “La lezione fondamentale: è che lo spirito umano non ha confini. Penso che mia madre si fosse guardata intorno cercando medici, politici ed esperti e capì
che nessuno di questi avrebbe potuto insegnare loro quella lezione, un pallone da calcio invece si”.
Loretta Claiborne
Divenuta simbolo di tutti gli Atleti Special Olympics, è l'incarnazione delle loro lotte e della loro frustrazione, uno dei più importanti ambasciatori del movimento ed alla quale, nel 2000, la Walt Disney le ha dedicato un film, "The Loretta Claiborne Story". In occasione di recenti interviste Loretta Claiborne ha dichiarato: “Non hai idea di com'è stata la mia vita durante l'infanzia. Era doloroso, davvero doloroso. Ricordo che volevo frequentare un corso d'arte a scuola, un bambino mi guardò e disse: “E tu che ci fai qui? Non vogliamo ritardati in classe nostra. Vattene!” Non ti era permesso di essere forte, di correre, di fare niente del genere. In più in quegli anni essere nera non ti aiutava. Ma quello che veramente mi faceva stare male era il non riuscire ad apprendere allo stesso ritmo degli altri; mi faceva sentire ottusa, stupida; mi faceva davvero arrabbiare. Se Eunice Kennedy Shriver fosse qui oggi, sono sicura che le sentirei dire: “Abbiamo fatto molta strada, ma ne abbiamo ancora tanta da fare”. Madre Teresa aiutava i poveri, Martin Luther King sosteneva le cause delle persone di ogni colore e poi c'era Eunice Kennedy Shriver che pensava di aver avviato un semplice progetto sportivo, ma in realtà aveva dato nuova vita a noi persone con disabilità intellettive, permettendoci di dimostrare al mondo cosa siamo in grado di fare”.