Il Giappone romanticamente descritto da Patrick Lafcadio Hearn (giapponesizzato in Koizumi Yakumo) in "Kokoro" ed altri suoi saggi, popolati di invincibili samurai e colte geisha, sono senza dubbio alcuno andati perduti per sempre nelle nebbie della storia senza poter approdare alle rive dell’epoca in cui viviamo.
Il Giappone moderno, dopo la scoperta dei prodotti della raffinazione del petrolio, si è irrimediabilmente trasformato pur cercando di mantenere in qualche misura i legami con l’antico.
A meno di avere degli scopi precipui che possono variare da un business lucrativo, visto che si tratta pur sempre della terza potenza economica mondiale) o la visita a musei per un particolare motivo di ricerca e studio, difficilmente si pensa al Giappone come semplice meta turistica, vuoi per il costi non del tutto bassi, vuoi per la relativamente poco sviluppata accoglienza turistica in quanto si tratta di molto turismo interno che varia da scolaresche disinteressate ai monumenti visitati a coppie di pensionati alla ricerca delle vestigia di un tempo che fu.
Lo straniero che s’avventura alla ricerca del vero Giappone, vuole quasi senza dubbio provare l’esperienza di alloggiare almeno una notte in un "ryokan", le pensioni d'una volta, per assaporare le gioie di dormire sullo “futon"(materassino) posto sul "tatami" (le stuoie che formano il pavimento), assaporare il bagno termale (onsen) adiacente la cui acqua non è mai al di sotto dei 43 gradi, per poi essere svegliati alle 7 di mattina in modo che l'addetta possa rimettere lo futon nell'armadio e portare la colazione tradizionalmente composta da pesce grigliato, uovo crudo, verdurine giapponesi somiglianti a sott'aceto (ma non sono fatti con l'aceto), riso bianco cotto a vapore e la perenne salsa di soia, il tutto accompagnato da "miso shiru", la zuppetta di soia con alghe.
Detto ciò, non rimane altro che uscire il prima possibile e, se a Kyoto, visitare alcuni degli oltre 400 antichi templi buddhisti della città, purtroppo deturpata qua e là da strutture abitative di cemento. Non cambia il discorso per altra località di un certo valore storico e artistico
Kyoto —l’antica capitale— è ricca di tesori artistici, oltre ad essere uno dei centri in Giappone dove si ritrova l'arte e la cultura dei tempi che altrove sembrano per sempre passati e pertanto una delle mete di rito. Se non si hanno problemi con le articolazioni degli arti inferiori è possibile prender parte alla famosa “Cerimonia del Tè” in locali dove ancora resistono le poche "maiko" (le apprendite geisha) che, come in passato, intrattengono gli ospiti con danze e canti tradizionali.
Si tratta certamente di un tipo di turismo, quello giapponese, differente, ma certamente valido soprattutto dal lato storico-culturale e per i paesaggi che mette in evidenza il perenne contrasto tra frastuono della città e la pace dei giardini, il formicolio della gente nei grandi centri e la solitaria serenità dei templi…
Eliano Fiore